BRIGANTI
un film di Bruno e Fabrizio Urso
Briganti è un documentario diretto da Bruno e Fabrizio Urso. Il film racconta la realtà associativa Briganti Rugby di Librino, punto di riferimento per i ragazzi che vivono nella periferia di Catania.
Prodotto da Andrea Randazzo, Fabio Saitto
Regia di Bruno Urso Fabrizio Urso
Soggetto e Trattamento di Bruno Urso Fabrizio Urso
Montaggio Luca Carrera
Fotografia Premananda Franceschini
Musiche originali Giuliano Fondacaro
Mix Audio Alessandro Salvatori
Una produzione Point Nemo
Con il sostegno di DG Cinema – DGAAP
Con il supporto di Briganti Rugby Librino
Distribuzione festivaliera Prem1ere Film
Distribuzione internazionale: Journeyman Pictures
Anno di produzione 2018
Durata e genere 15 minuti / Documentario
Lingua: Italiano
Sottotitoli: Italiano, Inglese
La città del futuro se non, addirittura, la città ideale: l'archistar giapponese Kenzo Tange aveva pensato a Librino come un'avveniristica appendice periferica di Catania, immersa nel verde.
Il suo progetto però non arriva a vedere la luce e le costruzioni residenziali cominciate negli anni Settanta, mai terminate, lasciano spazio ad un progressivo degrado nel giro di pochi decenni. Palazzi di cemento enormi e scarni come scheletri giganteschi, stradoni in cui sfrecciano le automobili e il costante rombo degli aerei in partenza dal vicino aeroporto di Fontanarossa: Librino diventa così un agglomerato urbano che conta quasi 100.000 abitanti in cui è l’incuria a prendere il sopravvento.
L’abbandono, spesso colpevole, da parte delle istituzioni e il degrado che accoglie e ospita delinquenza e criminalità, hanno fatto di Librino un quartiere satellite popoloso ma completamente scollegato dal centro cittadino. Un non-luogo con caratteristiche simili alle periferie di molte città europee, un buco nero che rischia di risucchiare i suoi abitanti.
La presenza prevaricatrice della criminalità organizzata schiaccia negli anni la flebile presenza dello stato nella gestione di alcune aree del quartiere, e i palazzoni si trasformano in lucrose piazze di spaccio sorvegliate costantemente da “vedette” che permettono lo svolgersi di affari illeciti quotidianamente e alla luce del sole, la stessa assegnazione degli alloggi comunali diventa un affare difficile da gestire e controllare.
Con molte difficoltà e sempre nel mirino della malavita che non smette di distruggere e soffocare ogni iniziativa di riqualificazione, tante realtà provano a coinvolgere i giovani del quartiere in progetti e iniziative tutti mirati a mostrare loro strade diverse e lontane dalla delinquenza. Non è facile però lavorare a Librino, gli operatori e i volontari vengono minacciati e ostacolati dalla malavita che esercita un controllo asfissiante sull’intero territorio.
L’associazione sportiva Briganti Rugby Librino è una di queste realtà. “Inclusione sociale grazie alla palla ovale”: così hanno titolato diversi articoli riferendosi a quanto i Briganti
rappresentano per Librino. La storia di questa società di rugby inizia nel febbraio 2006 con l’obiettivo di dare una possibilità di rivincita ai minori del popoloso quartiere “a rischio” della città di Catania, di dimostrare come lo sport possa essere strumento di inclusione e relazione. In più di dieci anni l’obiettivo è stato raggiunto, giorno dopo giorno, strappando tanti ragazzi al disagio, alla criminalità, allo sfruttamento del lavoro minorile.
I Briganti di Librino sono una squadra di rugby, e molto di più. Il loro è un grido di libertà davanti a simboli dello spaccio e della droga come il Palazzo di cemento, un inno che riparte dal motto 3 coniato insieme al primo gruppo di ragazzi che ha iniziato a prendere in mano la palla da rugby al campo San Teodoro: “Ama l’ovale ed odia il razzismo”.